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Sant'Urbano alla Caffarella - Le Chiese di Roma

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il Medioevo
Sant'Urbano alla Caffarella
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La chiesa costituisce uno dei monumenti meno conosciuti della Roma fuori le Mura, ma rappresenta una delle migliori opere di epoca romana conservatesi lungo i secoli grazie alla sua trasformazione in luogo di culto cristiano.
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Specifiche
Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Sebastiano fuori le Mura
Proprietà
Comune di Roma
Affidamento
Clero diocesano
Accesso
visitabile solo con visite organizzate da Sovrintendenza

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton & Compton-2004;
sovraintendenzaroma.it
caffarella.it/il-parco/da-vedere/santurbano/
F. Gizzi-Le chiese medievali di Roma-Newton-1998
Indirizzo
vicolo di Sant'Urbano - Quartiere Appio Latino
Realizzazione
Fu adibita a chiesa nel VI secolo sui resti di un tempio del II secolo d.C. consacrato a Cerere e Faustina e dedicato ad Annia Regilla, moglie di Erode Attico
Stile architettonico
Paleocristiano
Architetto
ignoto
da non perdere
ciclo di affreschi del IX secolo
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Storia
Fu adibita a chiesa nel VI secolo sui resti del tempio del II secolo d.C., consacrato a Cerere e Faustina e dedicato ad Appia Annia Regilla, moglie di Erode Attico, che qui aveva la sua villa di campagna. Nell'Alto Medioevo, il tempio di Cerere e Faustina fu adattato a chiesa e consacrato al culto di s. Urbano, vescovo e martire, spesso confuso con l'omonimo papa morto anch'egli martire nel 230. Le preesistenti strutture romane sono conservate perfettamente, abbellite da affreschi aggiunti alle pareti interne nell'XI secolo. Abbandonata più volte, fu nuovamente restaurata nel XVII secolo dal cardinale Francesco Barberini, che fece costruire le mura che sorreggono il pronao e che inglobano le colonne, a causa di una preoccupante crepa che si era venuta a creare nella parte alta della facciata, ancora oggi ben visibile.
Dopo un lungo periodo di abbandono, nel 1894, ricorrenza di Sant'Urbano, avvenne la riconsacrazione della chiesa, ma dopo alcuni anni di messe celebrate fu nuovamente dimenticata.
L'edificio è stato acquistato dal comune di Roma nel 2002 e dato in gestione alla diocesi di Roma, che l'ha riaperto al culto nel 2005 come chiesa rettoria della parrocchia di San Sebastiano fuori le mura.
Esterno
L'edificio di epoca romana, composto da un pronao e da una cella cui si accedeva tramite una serie di gradini esterni, è ancora completamente visibile, ad eccezione dei gradini esterni ora interrati. Il pronao venne chiuso da pareti nel 1634; inglobate in esse vi sono quattro colonne e l'architrave di marmo pentelico, originario della Grecia. Il resto delle pareti e la parte alta della facciata sono composti di laterizio del II secolo.
Interno
Si accede all'interno della chiesa tramite una piccola porta d'ingresso; il primo vano che si incontra è l'ex sottoportico; da qui si passa alla cella interna del tempio, oggi aula liturgica della chiesa, a pianta rettangolare. Le pareti sono suddivise in tre fasce orizzontali, separate dalla volta da un fregio in stucco con la rappresentazione di armi, corazze e scudi.
L'interno della chiesa aveva un tempo tutte le quattro pareti coperte di pitture e vi si distinguevano due grandi ripiani. Quello inferiore, di cui si conservano oggi solo frammenti, era coperto probabilmente da una serie di santi dipinti frontalmente, secondo lo stile bizantino; invece, quello superiore presenta un ciclo di affreschi risalenti all'XI secolo, ma rimaneggiati e ridipinti nel corso dei restauri seicenteschi, così suddivisi: venti con scene del Nuovo Testamento, quattro ispirati al martirio di s. Lorenzo e di altri martiri, dieci rappresentanti la storia dei santi Urbano e Cecilia.
Il tetto dell'edificio è a volta a botte; di tutti gli stucchi che ne ornavano le superfici, si è conservato solo  il riquadro centrale, che raffigura l’apoteosi di Anna Regilla.
Una piccola scala permette di accedere alla cripta, edificata nel medioevo per conservare le reliquie dei santi; in una nicchia vi sono resti di affresco raffiguranti una Madonna con Bambino fra i santi Giovanni e Urbano, databile al IX secolo.
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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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