Il Rinascimento
San Teodoro al Palatino

La chiesa è un luogo di culto ortodosso di Roma, posto lungo la via omonima che corre sotto le pendici nord-occidentali del Palatino dal Foro al Circo Massimo e al Foro Boario.

Specifiche | Rettoria di rito greco-ortodosso-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Portico in Campitelli |
Proprietà | Metropolita Ortodossa d'Italia e Malta |
Affidamento | Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli |
Accesso | aperta 24 ore |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; F. Gizzi-Le chiese rinascimentali di Roma- Newton-1994; RomaTurismo.it; chiesaortodossa-roma.org/ |
Indirizzo | Via di San Teodoro, 7 – Rione Campitelli |
Realizzazione | Chiesa originaria del VI secolo, restaurata più volte e ricostruita nel 1703-1705 |
Stile architettonico | romanico e rinascimentale |
Architetto | Carlo Fontana (1638-1714) |
da non perdere | Mosaico absidale |

Storia
La prima costruzione è fatta risalire al VI secolo e, secondo la tradizione, la chiesa fu fondata nei pressi del Lupercale, la grotta dove la lupa allattò i due gemelli Romolo e Remo e dove era conservata la Lupa capitolina fino al 1471, prima di essere spostata al Laterano.
La chiesa fu dedicata a san Teodoro di Amasea, martirizzato in Oriente durante le persecuzioni dell’imperatore Massimiano, le cui reliquie sono tutt’ora custodite all’interno. Molti rimaneggiamenti sono intervenuti nel corso dei secoli: importanti lavori furono condotti da Leon Battista Alberti intorno alla metà del Quattrocento, il quale vi aggiunse la cupola e salvò l'antica tribuna e il mosaico absidale; a questo intervento risale anche il portale con la lunetta. Nei primi anni del Settecento Clemente XI la fece ricostruire a Carlo Fontana, che progettò anche il cortile esterno, per poi affidarla alla Società del Sacro Cuore di Gesù. La chiesa fu ulteriormente restaurata nel 1825 e di nuovo nel 1852. L’intitolazione a San Teodoro fu ristabilita nel 1959 da papa Giovanni XXIII, mentre papa Giovanni Paolo nel 2004 concesse l'uso della chiesa al Patriarca ecumenico di Costantinopoli e alla comunità greco-ortodossa di Roma.
Esterno
E' preceduta da un piccolo piazzale semicircolare disegnato da Carlo Fontana nel 1705 al quale si accede per mezzo di due rampe di scale che dal livello della strada scendono su due lati creando una graziosa cornice alla piazzetta. La facciata della chiesa, in laterizi, presenta un protiro caratterizzato da due stemmi di Niccolò V e un grande arco, nel quale si apre un portale del XV secolo con una cornice marmorea sovrastata da una lunetta ogivale, che accoglie un dipinto murale raffigurante la Natività di Gesù (XV secolo); il protiro è sormontato da un campanile a vela aggiunto nel 1769. La cupola invece risale all’intervento del Quattrocento.
Interno
L'interno è a pianta circolare con un altare per lato. L'abside, unica parte rimasta della chiesa originaria, conserva il mosaico della fine secolo VI che raffigura Cristo seduto su un orbe rappresentante i cieli, affiancato da Pietro e Paolo e dai martiri Teodoro.
Il presbiterio presenta una tipologia di arredo adattata alle necessità del rito greco-ortodosso; ai lati dell'aula liturgica si aprono due cappelle: nella cappella destra, dedicata a S. Crescentino, è collocata all'altare la pala con S. Crescentino di Città di Castello e il drago, dipinto di Giuseppe Ghezzi (1705). Nella cappella sinistra, dedicata a S. Giuliano l'ospitaliere, si conserva all'altare la pala con S. Ranieri di Pisa e S. Giacinta Marescotti che adorano il Sacro Cuore di Gesù, opera di Francesco Manno (1805).

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