Il Rinascimento
San Giovanni Battista dei Genovesi

Situata nel cuore di Trastevere, la chiesa prende il nome dall’antico Ospedale dove venivano accolti e curati i marinai genovesi non appena sbarcati nel vicino porto di Ripa Grande. Deve gran parte della sua notorietà al suo chiostro, attribuito a Baccio Pontelli.

Specifiche | Chiesa annessa-Chiesa regionale (Liguria)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Crisogono |
Proprietà | Arciconfraternita di S. Giovanni Battista dei Genovesi |
Affidamento | Clero di altra diocesi |
Accesso | DOM 11:00-12:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; TurismoRoma.it F. Gizzi- Le Chiese Rinascimentali di Roma-Newton-1994 confraternita-sgbg.it |
Indirizzo | Via Anicia, 12 – Rione Trastevere |
Realizzazione | Eretta nel XV secolo e ristrutturata nel XVIII e XIX secolo |
Stile architettonico | Rinascimentale e neoclassico |
Architetto | Baccio Pontelli (1450-1494) - Luca Carimini (1830-1890) |
da non perdere | Tabernacolo rinascimentale; Chiostro |

Storia
Fu eretta dal banchiere genovese Meliaduce Cicala verso la fine del XV secolo e deve il suo nome al fatto che i marinai genovesi venivano accolti nell’attiguo ospizio, una volta sbarcati nel vicino porto di Ripa Grande. Fu ristrutturata quasi interamente nel 1864; restauri sono stati condotti nei primi anni del Duemila.
Esterno
La facciata, a due piani con paraste doriche, presenta un’iscrizione a ricordo della costruzione, ed è sovrastata da una lunetta con lo stemma di Genova e coronata da un timpano e un campanile a vela. Adiacente alla facciata, sulla sinistra, si estende l'ala dell'antico ospedale con il portale di accesso della fine del XV secolo, sul quale una scritta ricorda l’antico Hospitium Genuensium.
Interno
L'interno è a una navata con volta a botte, un’abside, due altari e una cappella.
L'altare a destra è dedicato a S. Giorgio e presenta una pala raffigurante S. Giorgio e il drago, opera di Filippo Zucchetti (1696). Nel sottoquadro è collocata una Dormitio Virginis (XVIII secolo).
Sempre sulla destra, prima dell’ambone, si trova il monumento funebre di Meliaduce Cicala, il fondatore dell’Ospedale: l'opera, attribuita alla bottega di Andrea Bregno, è sicuramente l’opera d’arte più importante presente nella chiesa.
Nel catino absidale si trovano entro cinque medaglioni i dipinti dei santi Zaccaria, Giovanni Evangelista ed Elisabetta intercalati alla Fede ed alla Carità. In basso coppie di angeli sorreggono cartigli con i nomi dei santi; si tratta di opere di Mario Spinetti (1899)
All’altare maggiore è posta la pala raffigurante il Battesimo di Cristo, attribuita al pittore caravaggesco Nicola Regnier, che la dipinse prima del 1627; il tabernacolo rinascimentale degli "Oli Santi", è opera di bottega fiorentina di fine del Quattrocento.
L'altare laterale sinistro conserva l’Apparizione della Madonna di Savona, opera di Giovanni Odazzi (XVIII secolo).
A sinistra dell’ingresso della chiesa si trova la cappella di S. Caterina da Genova: si tratta di un piccolo ambiente, con un ciborio del XVII secolo e una pala d’altare che raffigura il transito di S. Caterina; nella volta sono rappresentati episodi della vita della santa e allegorie delle Virtù Cardinali: tutti i dipinti sono opera di Odoardo Vicinelli (XVIII secolo).
Da una porta laterale si passa al Chiostro di Baccio Pontelli, della seconda metà del secolo XV, uno dei uno dei più belli a Roma e uno dei migliori esempi di chiostro quattrocentesco. E' a doppio ordine di colonne ottagone in travertino, ad archi nel primo ordine, architravate nel secondo. Il chiostro abbraccia un “frutteto-giardino” dove nel 1588, come ricorda un’epigrafe su una colonna, fu piantata la prima palma a Roma. Alberi di melangoli, limoni e mandarini, siepi di mirto, piante di acanto e rose rampicanti incorniciano il pozzo di travertino della fine del XV secolo che sorge al centro del giardino.

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