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San Lazzaro dei Lebbrosi - Le Chiese di Roma

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il Medioevo
San Lazzaro dei Lebbrosi
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Conosciuta anche come San Lazzaro in Borgo, è un angolo di Medioevo nascosto tra le costruzioni moderne di Roma, la cui storia è strettamente legata ai pellegrinaggi medievali e alla cura dei lebbrosi, rappresentando una testimonianza significativa del passato sanitario e religioso della città.
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Specifiche
Rettoria-luogo di culto sussidiario della parrocchia di S. Giuseppe al Trionfale
Proprietà
Diocesi di Roma
Affidamento
Clero diocesano
Accesso
DOM 10:30

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton & Compton-2004;
sanlazzarosicilia.it/la-chiesa-di-san-lazzaro-dei-lebbrosi-a-roma
Romanatura.roma.it;
TurismoRoma.it
Indirizzo
Borgo San Lazzaro - Quartiere Della Vittoria
Realizzazione
Chiesa originaria del XII secolo, caduta in rovina nell'Ottocento, restaurata nella seconda metà del Novecento
Stile architettonico
Romanico
Architetto
ignoto
da non perdere
Affreschi del Cinquecento
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Storia
La chiesa si trova in borgo San Lazzaro, nei pressi della via Trionfale, che rappresentava la parte finale della via Francigena, seguita dai pellegrini di tutta Europa per giungere a Roma e pregare sulle tombe degli apostoli. Conosciuta oggi col nome San Lazzaro dei lebbrosi, risale alla fine del XII secolo, quando un pellegrino francese, per ringraziare Dio della guarigione dalla lebbra, raccolse offerte e fece edificare una chiesa dedicata a S. Maria Maddalena. Intorno al 1480 fu allestito nelle sue adiacenze un lazzaretto destinato all'isolamento e alla cura dei lebbrosi e da allora la chiesa assunse il nome di San Lazzaro, in onore del santo patrono dei lebbrosi. La chiesa di San Lazzaro rivestì un ruolo importante nel coso dei secoli e fu legata soprattutto ai pellegrinaggi a Roma. I Papi eletti fuori dalla Città Eterna, infatti, svolgevano qui una sosta in cui ricevevano i paramenti, così come gli imperatori che raggiungevano l'Urbe per essere incoronati, qui venivano accolti dagli emissari del Papa; infine, l'ubicazione della chiesa rappresentava una sorta di cordone sanitario per la quarantena quando scoppiavano gravi epidemie.
Gravemente danneggiata durante il sacco di Roma nel 1527, fu restaurata più volte ma nel corso dell’Ottocento cadde in rovina e gran parte di essa crollò nel 1937. Solo nella seconda metà del XX secolo sono iniziate opere di recupero e restauro del complesso, che ne hanno permesso la riapertura al culto nel 1981.
Esterno
Esternamente, la chiesa si presenta in forme molto semplici, in stile romanico. Nella facciata a capanna sono inseriti un portale con cornice marmorea sormontato dallo stemma del Capitolo di san Pietro, un rosone e due finestre monofore. Sul tetto vi è un campanile a vela.
Interno
All'interno la chiesa si presenta a pianta basilicale con una navata centrale di quattro campate con navate laterali, separate da colonne provenienti da edifici di epoca romana. Le pareti sono a pietre e mattoni a vista ed il tetto è a capriate.
L’edicola dell’altare maggiore conserva una Crocifissione, fiancheggiata da affreschi raffiguranti la Madonna e S. Giovanni Battista.
Sulla lunetta dell'altare maggiore si conserva un affresco raffigurante Dio Padre, con la scritta “Salvator mundi salva nos”. Altari laterali si trovano alle estremità delle navate e sono dedicate a S. Biagio a destra e a S. Lazzaro a sinistra. In fondo alla navata laterale sinistra si trova l’altare di S. Maria Maddalena con una pala d'altare del XVI secolo raffigurante la santa, donata dalla confraternita dei vignaioli nel XVI secolo.
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GALLERY

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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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