Il Rinascimento
Santi Giovanni e Petronio dei Bolognesi

È la chiesa regionale dei bolognesi residenti a Roma, edificata e decorata esclusivamente da artisti bolognesi.

Specifiche | Rettoria-chiesa regionale (Emilia Romagna)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso |
Proprietà | Arciconfraternita dei SS. Giovanni e Petronio dei Bolognesi |
Affidamento | Clero di altra diocesi |
Accesso | 16:30-19:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra- Itinerario 12– Elio De Rosa editore-1998; TurismoRoma.it |
Indirizzo | Via del Mascherone, 61 – Rione Regola |
Realizzazione | Iniziata nel 1582 e completata nel 1700 |
Stile architettonico | Rinascimentale |
Architetto | Ottaviano Nonni Mascherino (1536-1606) |
da non perdere | “Morte di S. Giuseppe” di Francesco Gessi |

Storia
Nel 1575 la comunità dei Bolognesi residenti a Roma costituì una Confraternita per l’assistenza dei concittadini. Riconosciuta l’anno successivo da Gregorio XIII e titolata a San Petronio, la Confraternita fece erigere una nuova chiesa al posto della preesistente San Tommaso degli Spagnoli appartenuta alla comunità spagnola. I lavori, iniziati nel 1582 su disegno di Ottavio Mascherino, furono portati a termine solo a metà del Seicento e la chiesa fu dedicata ai Santi Petronio e Giovanni Evangelista, patroni di Bologna. Tra il 1696 e il 1700 fu effettuato un ampio restauro durante il quale venne anche realizzata la facciata.
Nel 1810 la Confraternita fu soppressa e la chiesa adibita a magazzino. Solo nel 1873, dopo la ricostituzione della Confraternita, venne restaurata. Nel 2000 è stato portato a termine un accurato restauro, durante il quale sotto la chiesa sono state rinvenute testimonianze archeologiche di una domus del I secolo.
Esterno
La facciata, edificata tra il 1696 e il 1700, presenta un solo ordine con un portale d’ingresso circondato da coppie di lesene corinzie, sormontato da una grande finestra rettangolare. Sui due lati aprono due portali minori che immettono all'annesso oratorio, sormontati da due finestre e un oculo circolare. Sull'architrave del portale è posta l'iscrizione dedicatoria.
Interno
L’interno presenta una pianta a croce greca con due cappelle laterali e una copertura a cupola.
La navata centrale è coperta da una cupola su pennacchi, quest'ultima creata da archi sopra i bracci laterali della croce. Nei pennacchi della volta sono raffigurate le Allegorie delle Virtù Cardinali, affreschi attribuiti a Pompeo Aldrovandini con una datazione oscillante tra il 1719 e il 1735.
La cupola era un tempo affrescata a finto cassettone quadrato con rosoni, ma nel restauro del 2000, sotto questo è stato scoperto un affresco dell'Aldrovandini raffigurante I Santi di Bologna.
L'abside, cui si accede attraverso un arco trionfale, presenta nella parete di fondo l’altare maggiore, con una pala di autore ignoto che raffigura la Madonna col Bambino e santi. Al di sopra si trova un rilievo della seconda metà del Seicento raffigurante Dio Padre con angeli e cherubini.
La cappella a destra è dedicata a S. Giuseppe e la pala d'altare di Francesco Gessi raffigura la Morte di S. Giuseppe (secondo quarto del XVII secolo).
La cappella di sinistra è dedicata a S. Caterina de Vigri; la pala d'altare è una rappresentazione anonima del suo corpo mummificato, seduto su un trono nella chiesa del Corpus Domini a Bologna.
Sulla controfacciata si trova una cantoria seicentesca in legno e un monumento sepolcrale di Bonifacio Posi. Lapidi sepolcrali si trovano poi distribuite in tutta la chiesa: si tratta di notabili bolognesi e membri dell’Arciconfraternita.

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