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San Crisogono - Le Chiese di Roma

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San Crisogono
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E’una basilica che racchiude secoli di storia, dai resti di uno dei più antichi Tituli cristiani di Roma, il Titulus Chrisogoni, conservati nei suoi sotterranei, alla basilica di oggi che si presenta come il risultato di una lunga serie di interventi effettuati tra il XII e il XVII secolo.
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Specifiche
Basilica Minore-Parrocchia diocesana-chiesa regionale (Corsica)
Proprietà
Fondo Edifici di Culto
Affidamento
Ordine della Santissima Trinità e degli Schiavi (O.SS.T.)
Accesso
da LUN a SAB 7:00-12:00 e 15:00-19:00; DOM 8:00-13:00 e 15:00-19:00

Bibliografia
M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891;
C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004;
F. Gizzi- Le Chiese Medievali di Roma-Newton Compton-1998;
parrocchiasancrisogono.com;
TurismoRoma.it
Indirizzo
Piazza Sidney Sonnino, 44 Rione Trastevere
Realizzazione
Eretta nel V secolo, ricostruita nel XII e restaurata nel XVII e XIX secolo
Stile architettonico
paleocristiano e romanico
Architetto
Giovanni Battista Soria (1581-1651)
da non perdere
Pavimento cosmatesco; “Trionfo di San Crisogono” del Guercino; baldacchino opera di Gian Lorenzo Bernini; “Beata Vergine” del Cavalier D’Arpino
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Storia
La basilica è una delle più antiche chiese di Roma: le sue origini risalgono almeno al 499, quando, per la prima volta, il titulus Crysogoni venne menzionato nell'elenco dei tituli invitati a partecipare al Concilio di Roma indetto da papa Simmaco (498-514). Il titulus Crysogoni si sviluppò, presumibilmente nel IV secolo, su una domus privata del III secolo che venne riadattata a luogo di culto per i primi cristiani (domus ecclesiae).
La prima chiesa aveva un impianto basilicale, a navata unica, alla quale furono aggiunti l'avancorpo del nartece a est e, mediante un prolungamento delle murature, il presbiterio e l'abside a ovest.
I continui straripamenti del Tevere provocarono nel tempo un progressivo rialzamento del terreno, tanto che, già dopo il Mille, la primitiva basilica paleocristiana risultava interrata di alcuni metri. In tale contesto, per iniziativa dal cardinale Giovanni da Crema, fu edificata tra il 1123 e il 1129 la chiesa attuale, demolendo e interrando l'antica basilica e facendo innalzare la nuova di sei metri, al livello raggiunto all'epoca dal terreno.
Tra il 1620 e il 1626 venne completamente restaurata da Giovanni Battista Soria, per volontà del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese; con l'occasione fu realizzato il portico, ricostruita la facciata e ristrutturato l'interno mantenendo però inalterato l'originale impianto medievale.
Nel 1847 la chiesa venne concessa da Pio IX all'Ordine della Santissima Trinità (Trinitari), che tuttora la officia. Un ulteriore restauro fu eseguito tra il 1863 e il 1866. Nel 1873 la chiesa fu espropriata e incamerata dal demanio dello Stato italiano, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto. San Crisogono è la chiesa della Nazione Corsa in Roma.
Esterno
La facciata a timpano, edificata nel 1626, è preceduta da un portico con quattro colonne doriche in granito rosso tra due corpi laterali a lesene; sull'attico, vi sono draghi e aquile, simboli della famiglia Borghese. Al centro della facciata si apre una grande finestra sormontata da un timpano triangolare con lo stemma dei Trinitari. Sul fianco destro si erge il campanile romanico a base quadrata, costruito nel 1124, che si sviluppa su cinque ordini e coronato da una cuspide seicentesca.
Interno
L'interno della chiesa, decorato da Pietro Cavallini, è a pianta basilicale, suddiviso in tre navate da ventidue colonne ioniche, in granito grigio e rosso, di spoglio, probabilmente provenienti dalle Terme di Settimio Severo (fine II secolo). Su di esse poggia una trabeazione ornata con simboli dei Borghese e presenta un arco trionfale sorretto da due grandi colonne di porfido e una sola abside semicircolare. Il piano di calpestio è ricoperto da un pavimento cosmatesco del XIII secolo. La navata centrale è coperta da un soffitto ligneo a lacunari che presenta al centro stemmi del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese e un dipinto raffigurante la Gloria di S. Crisogono, copia dell'originale, eseguito intorno al 1620 dal Guercino (l'originale, trafugato nel 1808, è a Londra, Stafford House.
A destra dell’ingresso si trova il fonte battesimale; poi, lungo la navata destra, trovano posto alcuni dipinti murali raffiguranti S. Caterina d'Alessandria, S. Barbara, S. Giovanni Battista, S. Francesca Romana e due angeli e Crocifissione di Gesù Cristo, attribuiti a Paolo Guidotti (1620-1624 ca.); i Tre Arcangeli, dipinto attribuito a Giovanni da San Giovanni (1621-1628).
Nella testata della navata si apre la Cappella del SS. Sacramento, detta anche Cappella Poli, edificata nel 1641 su disegno di Gian Lorenzo Bernini, dove si conservano all'altare, Trinità che incorona Maria Vergine, con S. Giovanni di Matha e S. Felice di Valois, opera di Ludovico Gimignani (seconda metà del XVII secolo);
nella volta, Trinità, Madonna e angeli, affresco di Giacinto Gimignani (secondo-terzo quarto del XVII secolo); alle pareti laterali sono presenti monumenti funebri.
Nel presbiterio si conservano al centro, Ciborio a cupola (XVII secolo), sorretto da quattro colonne d'alabastro provenienti da quello medievale, realizzato da Giovanni Battista Soria; sulla volta, Madonna con Gesù Bambino (prima metà del XVII secolo), opera di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d'Arpino. Il baldacchino è opera di Gian Lorenzo Bernini (1641)
Dietro l'altare, si apre l'abside semicircolare, dove sono presenti nel catino absidale, rilievi con Storie della vita di S. Crisogono (XVII secolo), stucchi opera di maestranze romano; alla parete, al centro, Madonna con Gesù Bambino in trono tra S. Crisogono e S. Giacomo Maggiore, mosaico a tessere vitree e marmoree, di Pietro Cavallini (1290).
Nella testata della navata sinistra si trova la cappella del Gesù Nazareno, allestita e decorata in stile neobarocco nel 1855; lungo la navata si apre la Cappella della Beata Anna Maria Taigi, dove sotto la mensa d'altare, riposano le spoglie della terziaria trinitaria. A sinistra dell'ingresso si trova il monumento funebre del cardinale Giovanni Jacopo Millo (XVIII secolo).
La basilica paleocristiana
I resti della prima chiesa di epoca costantiniana, a un livello di 6 metri più basso dell'attuale, sono accessibili dalla sacrestia, e si trovano sopra precedenti case romane di epoca tardo repubblicana; furono rinvenuti nel 1907 durante una campagna di scavi archeologici e nei successive indagini condotte per conto del Ministero delle Belle Arti.
L'abside conteneva le reliquie di san Crisogono, e si trovava in testa all'unica navata della basilica, che terminava nelle pastophoria, stanze di servizio comuni nelle chiese orientali; quella a destra potrebbe essere stata un diaconium, una sorta di sacrestia, mentre l'altra avrebbe svolto funzioni di protesis, il luogo in cui erano tenute le reliquie.
La forma particolare della chiesa, con una sola navata invece di tre, e la presenza di diverse vasche fa supporre la possibile riconversione a luogo di culto di un precedente locale commerciale, forse una fullonica destinata alla tintura dei tessuti. Sono stati ritrovati affreschi dell'VIII e XI secolo, che includono un Papa Silvestro che cattura il drago, S. Pantaleone che guarisce un cieco, S. Benedetto che guarisce un lebbroso e Salvataggio di S. Placido.
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GALLERY

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Sergio Natalizia-Le chiese di Roma
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