Il Barocco
Santissimo Sudario dei Piemontesi e dei Savoiardi

Voluta a Roma dalla comunità dei sudditi piemontesi, durante il Regno d’Italia era la Cappella Palatina di casa Savoia.

Specifiche | Rettoria-chiesa regionale (Piemonte e Savoia)-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso |
Proprietà | Demanio dello Stato |
Affidamento | Ordinariato Militare per l'Italia |
Accesso | 10:00-12:00 e 16:00-19:00; MER chiusa |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 14-Elio De Rosa editore-1998; www.ordinariatomilitare.it/sudario; F. Gizzi- Le Chiese Barocche di Roma-Newton-1994. |
Indirizzo | Via del Sudario, 47 – Rione Sant'Eustachio |
Realizzazione | Eretta tra il 1603 e il 1605, completata nel 1690; restaurata nell’Ottocento |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Carlo Di Castellamonte (1571-1640) - Carlo Rainaldi (1611-1691) |
da non perdere | Affresco della volta; altare maggiore; copia della Sindone |

Storia
Le sue origini risalgono al 1270 quando un gruppo di piemontesi, nizzardi e savoiardi, di ritorno dall’ottava crociata, costituirono a Roma una piccola comunità. Nel 1597 quest’ultima fondò la Confraternita del Santissimo Sudario con lo scopo di svolgere attività caritatevole presso i poveri e i bisognosi. Sotto il pontificato di Papa Sisto V l’Arciconfraternita ottenne la costruzione di una chiesa dedicata al Santissimo Sudario. I lavori furono realizzati tra il 1603 ed il 1605 su progetto di Carlo di Castellamonte; venne poi restaurata nel 1678 da Carlo Rainaldi. Durante il periodo rivoluzionario della Repubblica Romana del 1798-99, fu sconsacrata e adibita a magazzino e scuderie. Di nuovo restaurata nel 1856, dopo il 1870 con l’interdetto di Pio IX sulle cappelle del palazzo del Quirinale divenne Cappella Palatina e qui si svolgevano tutti i riti sacri della famiglia reale. Con la caduta della monarchia tutto il complesso del Sudario passò in gestione alla Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica e nel 1984, con il nuovo concordato, abolite le Cappelle palatine, la chiesa del Sudario è stata affidata all’Ordinariato Militare.
Esterno
La facciata, eseguita tra il 1685 ed il 1687 da Carlo Rainaldi, presenta un portale sovrastato da un timpano centinato e affiancato da due porte più piccole. Sopra il cornicione apre una grande finestra coronata da un timpano con al centro lo stemma sabaudo.
Interno
L’interno è ad un’unica navata con due cappelle laterali; il pavimento è realizzato con materiale lapideo policromo. La volta è decorata con affreschi di Cesare Maccari raffiguranti al centro l'Apoteosi dei santi di Casa Savoia e i riquadri ai lati le allegorie delle Virtù e il gonfalone sabaudo (1873).
La cappella laterale destra è dedicata a S. Francesco di Sales, con una pala d'altare raffigurante la sua apoteosi di Carlo Cesi (1665).
Il presbiterio è preceduto da una balaustra e sull’altare maggiore vi è il dipinto seicentesco raffigurante Cristo deposto sul sudario con intorno santi e beati savoiardi di Antonio Gherardi. Sul timpano è posto il gruppo scultoreo con l’Eterno Padre al di sotto del quale, contenuta in un drappo di marmo, è posta la riproduzione a grandezza naturale della Sacra Sindone, opera cinquecentesca di Maria Francesca di Savoia, donata alla chiesa da papa Clemente VIII.
La cappella laterale sinistra è dedicata ad uno dei duchi regnanti che fu beatificato, Amedeo IX di Savoia. La pala d'altare che lo raffigura in visione della Madonna è di Giovanni Domenico Cerrini (1680).
Sulla controfacciata si trova un organo ottocentesco posto su una cantoria lignea con l’emblema dei Savoia.

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