Il Barocco
San Bonaventura al Palatino

Piccola ma affascinante chiesa la cui storia è strettamente legata alla pratica della Via Crucis.

Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Maria in Portico in Campitelli |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Ordine dei Frati Minori (OFM) |
Accesso | da LUN a VEN 19:00 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma – Newton Compton -2004; Roma Sacra-Itinerario 3-Elio De Rosa editore-1995 www.fratipalatino.org; Fondo Edifici di Culto-San Bonaventura al Palatino; F. Gizzi - Le Chiese barocche di Roma-Newton-1994. |
Indirizzo | Via di San Bonaventura, 7 – Rione Campitelli |
Realizzazione | Eretta nel 1675 e restaurata nel 1839 |
Stile architettonico | Barocco |
Architetto | Ignoto |
da non perdere | Dipinti seicenteschi; Madonna del Bell'Amore, Crocifisso ligneo |

Storia
Dedicata a S. Bonaventura da Bagnoregio, la chiesa fu eretta nel 1675 su di una antica cisterna dell'acquedotto Claudio e ad essa venne annesso un piccolo convento affidato ai Francescani Scalzi Spagnoli. La chiesa era denominata anche San Bonaventura alla Polveriera, per la vicinanza con una fabbrica di polveri da sparo demolita nel 1809. L'aspetto e l'assetto attuale del convento risale ai profondi restauri apportati nel 1839-40, quando parte del convento fu demolita e l'area oggetto di indagini archeologiche. La chiesa venne dotata di un soffitto a volta e di una grande finestra inserita nella facciata per migliorare l'illuminazione.
Nel 1873 il convento fu sequestrato dal governo italiano, come quasi tutti gli altri conventi di Roma ma ai frati fu concesso di continuare ad usufruire della chiesa e di alcuni locali accessori. Nel 1897, a seguito della riforma degli ordini francescani, voluta da papa Leone XIII, il convento passò all’Ordine dei Frati Minori, ai quali è tuttora in carico.
La persona più famosa associata al convento fu S. Leonardo da Porto Maurizio, uno dei più grandi missionari in Italia nel XVIII secolo, famoso soprattutto per la sua propagazione della devozione della Via Crucis.
Esterno
La strada di accesso alla chiesa è caratterizzata dalla presenza di una serie di stazioni della Via Crucis, ciascuna con la propria edicola, con una nicchia ad arco sormontata da un timpano che forma un falso frontone. Sulla facciata, molto semplice, si trova un portale con ai lati due edicole; sopra di esso si erge la statua di S. Bonaventura del XVIII secolo. Sopra la statua a sua volta c'è una grande lunetta contenente vetrate colorate. Ai lati del portale sono fissate le ultime due stazioni della Via Crucis.
Interno
L'interno presenta una sola navata e ha quattro altari nella navata centrale e due cappelline ai lati dell'altare maggiore.
Il soffitto, ottocentesco, è a volta a cassettoni con motivo geometrico con piccoli quadrati che circondano grandi rettangoli. Sopra la porta d'ingresso si trova una grande lunetta in vetro colorato moderno, raffigurante S. Leonardo da Porto Maurizio venerato dagli angeli con, sullo sfondo, il Colosseo.
I due altari sul lato destro della navata sono dedicati rispettivamente alla Crocifissione e ai santi francescani spagnoli Pasquale Baylon, Salvatore Horta, Diego D'Alcalà; la cappellina a destra dell'altare maggiore è dedicata a S. Antonio da Padova.
Il presbiterio è separato dalla navata centrale da un arco trionfale che costituisce solo una parte sporgente della volta con cassettoni all'intradosso e senza pennacchi.
L’altare maggiore presenta una grande pala d'altare, opera di Filippo Micheli da Camerino, che raffigura frati francescani, monache clarisse e membri del Terz'Ordine Francescano mentre venerano l'Immacolata Concezione. Sotto l'altare sono conservate le spoglie di S. Leonardo da Porto Maurizio.
La cappellina a sinistra dell'altare maggiore è dedicata a S. Francesco d’Assisi; seguono gli altari dedicati all’Annunciazione e quello a S. Michele Arcangelo. All’interno della chiesa si conservano alcuni oggetti sacri che avevano caratterizzato l’azione pastorale di S. Leonardo come l’immagine della Vergine donatagli nel 1741 a Cave di Palestrina da Sebastiano Conca e che egli battezzò Madonna del Bell’Amore, e il crocifisso ligneo sulla parete sinistra che accompagnava le sue prediche.

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