Sette e Ottocento
Santa Maria in Monticelli

Di origine altomedioevale, prende il nome dalla collocazione o su una collinetta o su un piccolo rialzo formatosi su ruderi di edifici antichi.

Specifiche | Rettoria-luogo sussidiario di culto della parrocchia di S. Lorenzo in Damaso |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto |
Affidamento | Congregazione per la Dottrina Cristiana (DC) |
Accesso | 7:00-12:00 e 15:30-19:30 |
Bibliografia | M. Armellini-Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX-1891; C. Rendina - Le Chiese di Roma-Newton Compton-2004; Roma Sacra – Itinerario 13- Elio De Rosa editore-1998. Federico Gizzi- Le Chiese medievali di Roma-Newton-1998; Ministero degli Interni-Fondo Edifici per il Culto-Santa Maria in Monticelli. |
Indirizzo | Via di Santa Maria in Monticelli, 28 – Rione Regola |
Realizzazione | Di origine medievale, trasformata nel XVIII secolo e restaurata nel XIX secolo |
Stile architettonico | Romanico e Rococo |
Architetto | Matteo Sassi (1647-1723) - Francesco Azzurri (1827-1901) |
da non perdere | Opere di Carracci, Mariani, Ruspi, Cariani e Conca. Crocifisso ligneo del XIV secolo |

Storia
Antichissima parrocchia risalente al VI-VII secolo, fu ricostruita durante il pontificato di Pasquale II all’inizio del XII secolo, quando era conosciuta anche col nome di Sancta Maria in Monticellis Arenulae de Urbe. Sembra che il nome derivi da una collinetta o piccolo rialzamento del suolo su cui venne edificata per fronteggiare eventuali piene del Tevere. Della chiesa medievale non rimane più niente, eccetto il campanile, in origine più alto, ma ridotto alle dimensioni attuali all’inizio del XVII secolo per motivi di stabilità. Nel 1603 Clemente VIII la fece trasformare da Matteo Sassi e la fece decorare da illustri pittori, tra cui i Carracci; Clemente XI ne fece ricostruire la facciata nel 1715, e interventi successivi cancellarono quasi tutte le opere precedenti; infine, nel 1860 restauri effettuati da Francesco Azzurri diedero alla chiesa l’aspetto attuale. Oggi la chiesa è sede della Curia Generalizia dei Padri Dottrinari.
Esterno
La facciata settecentesca di Matteo Sassi è a due ordini: il primo presenta una cancellata che immette nell’atrio, il secondo una grande finestra ad arco balconata. Sul portale si trovano due stipiti in bassorilievo che fiancheggiano l’iscrizione dedicatoria che menziona Papa Benedetto XIII che approvò il restauro settecentesco. Il campanile del XII secolo è a cinque piani, con i primi tre che hanno le bifore chiuse.
Interno
L’interno, a tre navate con tre altari e una cappella per lato, è preceduto da un atrio con affreschi, opera di Ercole Ruspi, che raffigurano gli Evangelisti (1860). La decorazione della volta, opera di Cesare Mariani (1860) presentano affreschi di eroine dell'Antico Testamento: Ester, Betsabea, Debor Giaele, Abigail e Giuditta.
Il primo altare a destra è dedicato all’Orazione di Cristo nelll’Orto; la pala d'altare è di Edoardo Vicinelli (prima metà del Settecento) e il dipinto sulla parete di fondo rappresenta l’Assunzione della Madonna, opera di Andrea Sacchi (1630). L’altare successivo, dedicato alla Flagellazione, mostra come pala d’altare la Flagellazione di Cristo, affresco di Antonio Carracci del XVI secolo. Il terzo altare della navata destra è dedicato a S. Ninfa; la pala d'altare di Giovan Battista Puccetti raffigura la santa che rifiuta di sacrificare agli idoli. Sulla parete sinistra si trova un dipinto di Etienne Parrocel che raffigura la Madonna con il Bambino e i Martiri di Palermo, anonimo del XVIII secolo.
La navata destra termina con la cappella del Nazareno con la pala d'altare seicentesca che mostra Gesù con la corona di spine: il dipinto è celebre per il prodigio del movimento degli occhi, avvenuto nel 1854. Le pareti sono state affrescate da Eugenio Cisterna all’inizio del Novecento.
L’altare maggiore presenta una pala d'altare con la Presentazione di Maria, opera di Alfredo Bea (1900); al di sotto dell’altare si trovano le reliquie dei Martiri palermitani. Sulla parete destra del presbiterio è collocato il dipinto delle Madri che offrono i figli a Gesù e sulla sinistra Gesù che insegna nel Tempio, entrambi opera di Cesare Mariani. Nel catino dell'abside è conservato un frammento di mosaico del XII secolo raffigurante il volto di Cristo Redentore.
Passando alla navata sinistra si incontra la cappella dedicata al fondatore della Congregazione dei Preti della Dottrina Cristiana, Cesare De Bus. Si ha quindi l’altare dedicato a S. Giovanni Battista con la pala d'altare che lo raffigura, opera del Puccetti. Sulla destra è posto un quadro con la Madonna con il Bambino e santi attribuita a Sebastiano Conca.
L’altare successivo è dedicato al Crocifisso: conserva un Crocifisso ligneo tradizionalmente attribuito a Pietro Cavallini, uno dei più antichi e venerati in Roma. Infine, si incontra un altare anch’esso dedicato alla Flagellazione con il dipinto di Jean Baptiste van Loo (inizi del Settecento).
La controfacciata presenta una piccola finestra, contornata da due affreschi raffiguranti Mosè e il roveto ardente e Il sogno di Giacobbe, sempre opera del Mariani. La tribuna dell'organo reca un affresco raffigurante S. Cecilia tra gli angeli, opera di Tommaso Minardi (inizi del XIX secolo).

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